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Nel secondo dopoguerra in Friuli si assiste a un processo di trasformazione sociale ed economica i cui tratti non sono ancora stati sufficientemente indagati, a cominciare dal ruolo svolto dalle istituzioni creditizie. Giovandosi di preziose e inesplorate fonti archivistiche, il volume ricostruisce le vicende del sistema bancario friulano tra il 1945 e la seconda metà degli anni Sessanta, ponendo attenzione sia agli effetti della politica seguita dalla Banca d'Italia per sostenere la ricostruzione e lo sviluppo del Paese, sia al comportamento delle banche locali per rispondere alle necessità che arrivavano da un'area, quella friulana, con una struttura produttiva ancora prevalentemente agricola e un settore secondario caratterizzato dalla presenza di poche grandi industrie e di un foltissimo reticolo di piccole o micro imprese. Lo studio del mercato del 'caro denaro', cui partecipavano banche nazionali, locali e, dal 1958, anche il Mediocredito provinciale, ha consentito di far emergere il peso assunto dagli intermediari finanziari, gettando luce sulla fitta rete di relazioni tra banche e imprese, sulle modalità di impiego e sulla distribuzione territoriale delle risorse.